Sapevi che il nostro cervello non si spegne mai, neanche quando siamo in totale relax?

“Fai riposare il cervello ogni tanto!” – ti è mai capitato di sentirti dire questa frase? Be’, con buona pace di chi invita a rilassare l’organo pensante del nostro corpo, ti rivelo qualcosa che forse ti sconvolgerà: il nostro cervello è sempre attivo, anche quando siamo nel più totale relax. È quanto emerso dalla ricerca di un team internazionale guidato da Maurizio Corbetta, professore di neuroscienze all’Università di Padova, direttore della Clinica neurologica dell’Azienda ospedale Università di Padova e principal investigator dell’Istituto veneto di medicina molecolare.

Corbetta ha pubblicato due studi, che rivelano alcuni comportamenti piuttosto singolari del nostro cervello quando è a riposo, o almeno quando crediamo che è a riposo. Anche nei momenti di apparente inattività, il cervello continua a lavorare silenziosamente, ricreando nuovi schemi per prepararsi al futuro. Il nostro cervello è un vero stakanovista e, per certi versi, possiamo definirlo un perfezionista poiché cerca sempre di migliorarsi per affrontare situazioni future.

Cosa fa il cervello quando è a riposo?

Nell’articolo “The predictive nature of spontaneous brain activity across scales and species’ pubblicato su ‘Neuron'”, i ricercatori Anastasia Dimakou, Andrea Zangrossi, Giovanni Pezzulo e lo stesso Corbetta hanno scoperto che il cervello custodisce e poi ricrea schemi di attività nervosa simili a quelli attivati durante il comportamento in situazioni reali. Attenzione: tale comportamento del cervello è stato riscontrato non solo negli esseri umani, ma anche in specie meno complesse e sviluppate come primati, roditori e addirittura vermi.

Corbetta ha spiegato che il nostro cervello, come un enorme database, è un archivio vivente di esperienze passate. Ad esempio le aree visive specializzate nel riconoscere i volti umani, anche a riposo, si attivano mostrando schemi di attività identici a quelli evocati dall’osservazione di un volto. Come hanno rivelato gli studi, questi meccanismi consentono al cervello di ripassare e organizzare le informazioni già immagazzinate, allenandosi continuamente e silenziosamente per affrontare stimoli futuri.

Tale ipotesi è stata sperimentata e testata nel sistema motorio tramite lo studio “Brain-wide dynamic coactivation states code for hand movements in the resting state’ pubblicato su ‘Pnas'”. I ricercatori Lu Zhang, Lorenzo Pini, Gordon Shulman e Corbetta hanno dimostrato che il cervello replica gli stessi schemi di attività sia quando effettuiamo un’azione semplice, come aprire e chiudere la mano, sia quando siamo a riposo. Inoltre questi schemi risultano anche più comuni per i movimenti abituali, rispetto a quelli meno familiari. Questo ci suggerisce che il cervello, quando è teoricamente a riposo, ne approfitta per rafforzare la memoria delle azioni passate.

Una nuova luce sulla ricerca sulle malattie neurologiche?

Corbetta, per comprendere come funziona il cervello a riposo, ci dà un esempio molto suggestivo: in pratica il cervello, come uno studente prima di un esame, senza accorgersene ripete sotto voce la lezione per memorizzarla meglio.

A cosa servono questi studi? Capire come il cervello riproduce schemi neurali a riposo può aprire le porte a nuove ricerche sulle malattie neurologiche. Studiare questi meccanismi, come riportato in una nota dell’Università di Padova, potrebbe rivelarsi molto importante per comprendere e trattare i deficit provocato da un ictus, altro focus centrale delle ricerche del team di Corbetta.

Foto: Pixabay

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