Dieta flexitariana o semivegetarianismo

dieta flexitariana esempio

Ogni anno il valzer è sempre lo stesso: l’estate si avvicina, i chili di troppo fanno capolino e la voglia di rientrare nei vecchi jeans rende l’inizio della dieta un passo necessario. Così si imbracciano le armi della pazienza e si comincia, a colpi di sacrifici e crossfit, una dieta sana e bilanciata.

A scongiurare i vecchi metodi intervengono nuovi regimi alimentari come la dieta flexitariana o semivegetarianesimo. Si tratta dell’ultima creazione della nutrizionista Dawn Jackson Blatner.

Scopriamo che cos’è la dieta flexitariana, quali sono le sue leggi universali e quali piatti richiede.

Introduzione

La dieta mediterranea, vegana o vegetariana sono concetti ormai superati e non destano chissà quale sorpresa mentre quella flexitariana rappresenta ancora una novità nel settore della salute e del benessere. Creata dalla nutrizionista Dawn Jackson Blatner, è un regime alimentare basato sul fabbisogno nutrizionale di un individuo facendo riferimento alla professione.

Ebbene sì, un concetto chiave sul quale si basa la dieta è proprio la professione che una determinata persona svolge.

Esercitare da cuoco, infermiere o carpentiere determina una serie di sacrifici fisici, esercitare da copywriter richiede invece una fluida mano e una sedentarietà fuori dal comune. Per tale ragione la dieta tiene conto dell’attività svolta da ogni eventuale paziente.

La dieta è conosciuta anche col nome di semivegetarianesimo, per le verdure che rappresentano la portata principale di tutto il regime alimentare. La dieta ne prevede il consumo in parte cotte e in parte crude. Un principio caro alla dottoressa che ha ideato il regime alimentare è l’assenza di sacrifici. La parola flexibile (presente proprio del nome) determina la versatilità e l’elasticità della stessa.

Che cosa è la dieta flexitariana

La dieta flexitariana o semivegetarina prevede un elevato consumo di vegetali, prediligendo verdura di stagione e di ottima qualità. Chi sceglie di adottare la dieta flexitariana dovrà quindi conoscere la provenienza delle verdure e scegliere nella maggior parte dei casi la cottura a vapore. Il termine semi-vegetarianesimo si deve al fatto che questo tipo di alimentazione prevede l’implementazione di alcune proteine di origine animale che consentono all’organismo di non risultare carente.

L’insieme di vegetali cotti e crudi e di proteine animali permettono di integrare una dieta equilibrata e soprattutto sana capace di donare tutti i nutrienti di cui si necessita. Di base questo regime alimentare consente di sfruttare i terreni agricoli prediligendo frutta e verdura di stagione e meglio ancora se biologica.

Le regole base della dieta flexitariana

Per seguire una dieta flexitariana al meglio bisogna seguire le regole base stilate dal nutrizionista Dawn Jackson Blatner. Le verdure, come anticipato, restano la portata principale di questo regime alimentare. Bisogna prediligere i vegetali di stagione, la cottura a vapore e alternare il consumo cotto a quello crudo. Queste andranno distribuite tra il pranzo e la cena e consentiranno di apportare la giusta quantità di nutrienti, vitamine e sali minerali. Se è vero che le verdure hanno la capacità di saziare, è anche vero che consumarne in gran quantità e senza l’implementazione di altri elementi comporta un risultato controproducente.

I cereali rappresentano da sempre un alimento largamente utilizzato all’interno delle diete, questi hanno un indice glicemico basso e consentono di saziare più velocemente. In particolare sono da prediligere l’orzo e il farro con i quali creare ricette semplici e gustose.

Le proteine animali appartengono a questo regime semivegetariano nonostante siano presenti in basse quantità. L’ideale è consumarle 3 volte a settimana scegliendo la carne una volta, il pesce tre e le uova una o massimo due volte alla settimana.

Esempio di dieta flexitariana

Quando si parla della teoria tutte le diete appaiono vincenti ma scegliere di consultare un nutrizionista permette di avere un riscontro finale ottimizzato e soprattutto congeniale alle proprie esigenze.

In concreto la dieta flexitariana, o semivegetarianesimo, prevede il consumo di 5 pasti da distribuire durante la giornata: in linea generale prevede una colazione, un pranzo, una cena e due spuntini. Il menù da rispettare non è rigido e soprattutto non è rigido né monotono. In percentuale la dieta può essere così ripartita: 40% verdure, 40% cereali integrati, semi e legumi e 20% proteine di origine animale.

I benefici della dieta appaiono considerevoli, così come lo è la perdita di peso. Un esempio di giornata sviluppata sul regime alimentare del semivegetarianesimo prevede:

COLAZIONE: latte vegetale, frutta di stagione e crusca d’avena.
SPUNTINO: frutto di stagione o tè verde.
PRANZO: pasta con zucchine e verdura cotta al vapore.
SPUNTINO: yogurt magro e frutta secca.
CENA: minestra di verdure e legumi e verdure cotte.

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