28 marzo 2025, Giornata mondiale dell’endometriosi: la malattia silenziosa che colpisce il 15% delle donne in età fertile

Il 28 marzo è la Giornata mondiale dell’endometriosi, una patologia estremamente invalidante per le donne, che però è ancora poco conosciuta e sottostimata. L’endometriosi colpisce il 10-15% della popolazione femminile in età fertile, soprattutto donne tra i 25 e i 35 anni di età, e può avere un impatto estremamente negativo sulla qualità della vita, sul benessere emotivo e sulla vita sociale e avere conseguenze piuttosto gravi, come l’infertilità.

È importante sapere che i dolori mestruali e durante i rapporti sessuali, soprattutto se lancinanti e al limite della sopportazione, non sono normali e non vanno taciuti, in quanto potrebbero essere proprio i sintomi dell’endometriosi.

Cos’è l’endometriosi?

L’endometriosi è una condizione infiammatoria cronica e benigna che colpisce gli organi genitali femminili e il peritoneo pelvico. Questa patologia è caratterizzata dalla presenza di cellule endometriali, normalmente situate solo all’interno dell’utero, in posizioni anomale. Di conseguenza il tessuto endometriale si sviluppa al di fuori della sua sede naturale.

Non si conoscono ancora le cause precise dell’endometriosi, ma si ritiene che possano essere coinvolti fattori immunitari, genetici e ormonali. Tra i fattori di rischio noti troviamo il menarca precoce, ovvero l’inizio delle mestruazioni in età molto giovane, e la nulliparità, cioè il non aver mai partorito. Inoltre le donne che hanno mamme e sorelle affette da endometriosi, hanno un rischio 7 volte maggiore di sviluppare la malattia.

È fondamentale sottoporsi a visite ginecologiche continue e approfondite, in modo da diagnosticare eventualmente l’endometriosi in tempi utili ed evitare che la malattia possa pericolosamente progredire.

I sintomi

L’endometriosi nelle sue prime fasi e pressoché asintomica e avanza subdolamente, poiché presenta sintomi che vengono spesso ignorati poiché attribuiti ad altri disturbi, come:

  • dolore pelvico, soprattutto in fase peri-mestruale;
  • mestruazioni dolorose;
  • dolore durante i rapporti sessuali;
  • defecazione dolorosa.

Se i dolori persistono a lungo durante i rapporti sessuali e i giorni di ciclo, e non si attenuano neanche con antidolorifici e/o antispastici, è opportuno rivolgersi quanto prima ad uno specialista.

I 4 stadi dell’endometriosi

L’American Society for Reproductive Medicine (ASRM) ha suddiviso la patologia in 4 stadi e sarebbe fondamentale intervenire già al primo stadio per prevenirne l’estensione:

  • stadio 1: endometriosi minima. La patologia è di estensione minima, caratterizzata dalla presenza di pochi millimetri di tessuto endometriale fuori dall’utero, situato superficialmente nei tessuti circostanti;
  • stadio 2: endometriosi lieve. Ci sono più lesioni che risultano anche più profonde;
  • stadio 3: endometriosi moderata. Sono presenti cisti ovariche mono o bilaterali e tessuto aderenziale e/o cicatriziale tra gli organi pelvici;
  • stadio 4: endometriosi grave. Presenza di impianti endometriosici profondi e di cisti voluminose su una o entrambe le ovaie, oltre a significativi esiti cicatriziali e aderenziali.

Come curare l’endometriosi?

Il trattamento dell’endometriosi varia in base alla gravità e ai sintomi, includendo monitoraggio clinico, farmaci o interventi chirurgici. Per casi lievi e asintomatici, si opta per l’osservazione. Per sintomi evidenti come il dolore mestruale, si ricorre a farmaci come progesterone o pillole anticoncezionali per alleviare il dolore e prevenire recidive post-chirurgiche. Farmaci più costosi e specifici sono prescritti solo quando necessario dallo specialista.

L’intervento chirurgico è l’ultima spiaggia, alla quale si ricorre solo quando non ci sono alternative. La chirurgia per l’endometriosi infatti, se non eseguita correttamente, può ridurre la fertilità della donna danneggiando i tessuti sani e diminuendo la riserva ovarica.

La laparoscopia è il metodo preferito, ma deve essere praticata da esperti per preservare la salute riproduttiva, utilizzando tecniche come lo stripping per rimuovere solo la capsula delle cisti ovariche. L’endometriosi, comune nell’età fertile, richiede una diagnosi precoce per prevenire complicazioni. La gestione deve essere affidata a specialisti che personalizzeranno il percorso diagnostico e terapeutico.

È fondamentale conoscere l’endometriosi, sia per  sensibilizzare l’opinione pubblica sui sintomi gravi e invalidanti che ha la malattia, sia per permettere alle donne in età fertile di curarsi tempestivamente e intervenire in tempi utili.

Lascia un Commento